…allora ho pensato alla poesia. L’unica cosa che tiene dentro il passato il presente e il futuro. Non mescolati, ma proprio tutt’uno. Quindi sono qui ed ora. La poesia ce lo fa vedere. È come quando uno di noi si mette davanti al mare e al massimo riesce a dire tre parole sensate. Montale davanti allo stesso mare tira fuori poesie indimenticabili. Chi è più dentro la realtà? E poi dicono che i poeti hanno la testa tra le nuove. La poesia trasforma la realtà. Crea realtà. Unica. Altro non è che proiezione di sé. Quello che ci vuole per trasformare le città che viviamo. O fondarle. Che è la stessa cosa. La città della poesia è utopia e realtà al tempo stesso. Certamente una cosa concreta. Ogni uomo può attraversarla e viverla. In ogni uomo che sia vigile la città della poesia fa nascere il seme della costruzione. Nuovi pensieri. Nuovi stili di vita. Così si “realizza” la città della poesia. È un pensiero e un sentimento. Ogni uomo è poeta. Un pò. La città della poesia è ovunque.