La curva del giorno (L’arcolaio, 2015) di Biagio Cepollaro è il seguito de Le qualità (La camera verde, 2014) dello stesso autore. Su questo stesso blog ho già parlato de Le qualità.
Io sono solo un lettore di poesie. E sono amico di Biagio Cepollaro. Quindi sono nelle condizioni migliori per parlare del suo libro. Perché non sono in grado di “recensire” l’opera ma ne registro soltanto l’emozione che suscita in me. E l’emozione [per me] deriva strettamente dalla struttura. Biagio usa soltanto minuscole. Anche dopo i “punti”. Il verso è lungo. Non c’è mai una virgola. Mentre ci sono molti “due punti”. Ne viene fuori un ritmo avvolgente. Una trama complessa che trattiene. Direi quasi soffocante. Se non fosse per…..
Poi ci sono i temi. Protagonista è il corpo. Che si rapporta con il mondo. Le strade. Le case. Il cibo. La luce. Le parole. E tutto il resto. È un corpo che si stupisce per la bellezza del mare.
Tra struttura e temi sembra che non ci sia spazio per “volare”. C’è un verso: come il corpo si dice: è solo la mia situazione. Questo è tutto, mi pare. E questo sguardo apparentemente limitato, quasi prigioniero di una ragnatela che non lascia varchi, questo sguardo mi piace. E, potenza della poesia, mi fa stare bene. Perché così sono presente nel mondo. Vigile. Attento. Registro il tempo e i cambiamenti. Costruisco la mia realtà. Io ed io solo. Con quello che ho a disposizione. E dentro sono capace di riconoscere la bellezza. E il senso. E scopro che non è poco. E come il corpo (pag.73) anche io lettore chiedo di spandermi nel suono e nell’immagine.