donne e uomini

donne e uomini

Ci sono libri in cui il titolo è più importante che in altri. Mi diceva una volta Gianni Biondillo che il titolo è nascosto tra le pagine della narrazione. Occorre soltanto riuscire a riconoscerlo. Una frase. Una parola. Un nome. Così mi capita di sussultare quando lo incontro nei libri che leggo. E quasi sempre coincide con il punto (stellare) in cui ti sembra di capire. Oh, una cosa intima. Capire le ragioni dello scrittore. Perché si è messo lì e ha scritto proprio quella storia. E perché pare che l’abbia scritta proprio per te.

 
Donne e Uomini è sicuramente un libro minore di Richard Ford. Uno dei grandi scrittori americani autore di capolavori come Il giorno dell’Indipendenza (1995) Lo stato delle cose (2008) e Canada (2012). Uno dei miei preferiti.

 
Eppure questo libro di tre racconti (due ambientati a Parigi) coglie uomini e donne nel momento in cui i rapporti tra loro sono sospesi in un punto cruciale. E indipendentemente dall’evoluzione ne emerge tutta l’opacità.

 
Così quando tra le parole ho incontrato donne e uomini mi è parso che due innocue parole si portassero dentro finalmente il carico di due mondi che come astri si sentono attratti verso la conoscenza. Si sfiorano ma non si toccano mai veramente. Le parole, le azioni, anche quelle più forti, pare che non pesino nulla. Se ti va bene, alla fine sei solo un po’ più onesto verso te stesso.

 
Il dramma è che ogni cosa sembra che accada senza una ragione.

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