Mi è arrivato questo libro inaspettato. L’editore Crocetti manda un libro in regalo per ogni abbonamento alla rivista POESIA. Io avevo scelto una nuova raccolta di Tomas Tranströmer ma da gennaio non mi è arrivato nulla e me ne ero dimenticato. Poi qualche settimana fa ho trovato davanti alla porta del mio studio in un’anonima busta bianca con su scritto solo piego libri, L’amore non è cieco di Edna St.Vincent Millay. Un libro che arriva così è predestinato a piacere. C’è l’elemento sorpresa. E poi nel caso specifico la bellezza della carta, ci passi la mano sopra e senti le mille rigature del foglio. E dei caratteri, della copertina, dell’impaginazione così sobria e assoluta. Inutile dire che non conoscevo questa poetessa americana. Mi sono informato, nel 1923 ha vinto il Pulitzer per la poesia, è stata femminista e molte volte innamorata.
Le poesie sono bellissime. A partire dalla prima: Primavera. Potrebbe bastare. C’è un verso che dice: Io so quello che so.
E difatti c’è questa misura nelle composizioni, una specie di disincanto lucido. Edna parla di amore e ogni slancio lirico ha sempre un contrappeso. Ma al tempo stesso ogni vena di malinconia ha il proprio contrappeso di segno opposto. Come se entrambe le dimensione fossero sempre compresenti e per questo accettate ed amate. Poi parla di natura. Con una precisione assoluta nel descrivere paesaggi, fiori e alberi, suoni e colori. Un trionfo dell’intelligenza. A certi livelli non c’è più distinzione tra mente e cuore.
Lì ognuno di noi dovrebbe tendere.