2016_Concorso Ricostruzione corpo centrale ex biblioteca della stazione zoologica Anton Dohrn

l’idea è di attraversare l’edificio

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Una mattina tiepida in villa comunale. C’è il mercatino dei prodotti biologici. La gente compra limoni e insalate. I cani si fanno accompagnare dai padroni sul tufo battuto e polveroso. Un collie fulvo alza la zampa sul lampione di Mendini. I ragazzi giocano a pallone. Una mamma spinge la carrozzina e li guarda in tralice. Altri zigzagano sui pattini nella pista recintata. Tutto avviene al di qua. Oltre il monolite della Stazione Zoologica Antonio Dohrn c’è il Mediterraneo ma non si vede. Arrivano i sentori della salsedine, sì. Ma non si vede l’acqua e i cargo che lasciano scie di spuma nel golfo. La cassa armonica è impacchettata [Enrico Alvino 1877] e i pannelli della metropolitana ci prefigurano spazi acquatici.

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L’idea è di attraversare l’edificio.
Svuotare il pezzo di piano terra oggetto dell’intervento.
Un passaggio che metta in relazione la città, la Villa Comunale, il mare. Un seme urbano. Connessione e apertura [complessità dell’ossimoro].
La città discende da Castel Sant’Elmo fino alle palme della Villa. Il nuovo punto di connessione/apertura [sfondamento visivo e fisico] prosegue la traiettoria fino ai platani del lungomare, la scogliera, il mare. In fondo, adagiata come una gran dama sulle acque, Capri [un sottile alone di nebbia sembra distaccare il mare dal cielo].

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Percorso inverso. Dal mare fino alla cima della città.
I grandi platani si diradano in corrispondenza del cancello difronte all’Acquario. Ma il cancello è chiuso da sempre. E il traffico del lungomare, le barriere new jersey, il cordolo sono una cesura minacciosa. Così il lembo di Villa davanti all’edificio resta deserto.
Si dovrà prevedere il ripristino del varco in corrispondenza nella recinzione della Villa attualmente chiuso e un corrispondente attraversamento pedonale del Lungomare.
L’attraversamento come tema di rigenerazione dello spazio pubblico.

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ratto orizzontale. La stazione zoologica come cerniera urbana.
Ma anche relazione verticale.
La grande vasca centrale [ubicata al piano superiore] affiora dal soffitto del passaggio e partecipa del sistema. Il passaggio sarà libero, tra verde ed acqua [sarà consentita la vista dell’acquario dalle vetrate laterali che sostituiranno i paramenti murari].

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Avvolti dal verde, quasi nuotando. Si potrà percepire fisicamente l’acquario Non scoprirlo sulle guide turistiche ed averne conferma da una tabella.
I grandi musei, le stazioni di ricerca, le università, le scuole devono essere “città”, luoghi urbani, da attraversare, da vivere. Luoghi familiari.
L’intento non è un inserimento nel contesto ma un contesto nuovo.
Relazione reciproca: dall’interno dell’acquario si percepirà l’esterno [la villa comunale, la città, il mare].

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La cessione del piano terra alla città comporta una ridistribuzione delle funzioni.

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Il nuovo pezzo si inserisce nell’edificio come un blocco netto. Pulito. Apparentemente estraneo e indifferente.
Un monolite di cemento nero lucido. Un sottile taglio per un filo di luce all’interno dei laboratori.
La modellazione della copertura fa calare luce e aria nella biblioteca.
La potenza della stazione Zoologica non permette altro.
Massimo grado di rispetto [quindi] per il compendio e per la modernità.
Il blocco sollevato da terra si incastra come un giunto.

gruppo di progettazione:
Davide Vargas, Carlo Cuomo, collaboratori:Caterina Nicole Fierro, Fabio Palma, Francesca Parisi, Fabio Rizzo,

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