CROCEVIA

 

D’accordo, come tutti i grandi scrittori (Philip Roth è il caso più eclatante), anche Mario Vargas Llosa dopo i grandi capolavori del periodo di vena d’oro poi scrive di mestiere. La casa verde, Zia Julia e lo scribacchino, Conversazioni nella Catedral, La guerra della fine del mondo, La città e i cani sono libri irraggiungibili. Quelli dopo sono anche belli ma niente a che vedere. Ma pur sapendo ciò vale sempre la pena farsi prendere da questo narratore strepitoso e come su una corrente placida farsi trasportare nel flusso. Questa è la sensazione che ho quando leggo Mario Vargas Llosa, di un flusso che procede senza sforzi, senza inutili attriti, le parole sgorgano una dopo l’altra come se fosse il canto la cosa più naturale del mondo. E quando penso al piacere della narrazione mi viene in mente immediatamente Zia Julia e lo scribacchino. Credo che questo sia in definitiva il talento, in ogni campo.

 
E poi c’è il tema dell’erotismo. Vargas Llosa è un maestro in questo. Da Elogio della matrigna a I quaderni di Don Rigoberto ogni pagina di sesso è un’invenzione da antologia. In Crocevia c’è la relazione spontanea e inaspettata tra due donne della ricca borghesia di Lima, non giovanissime ma belle e disinibite. E le scene di sesso sono raccontate con la nitidezza di una scrittura rara. Ma il sesso, si sa, è un controcanto. Intorno a Chabela e Marisita c’è la città con il coprifuoco, i sequestri e gli omicidi, i ricatti scandalistici dei giornali, la mano opprimente del regime di Fujimoro e del suo manovratore, il Doctor. E più ci si avvicina al cuore di tenebra del potere che ammorba il Perù e più Chabela e Marisita si spingono oltre.

 
Politica ed erotismo si intrecciano indissolubilmente. Anzi paura morte ed erotismo. Quando senti che ti avvicini al disfacimento, con un colpo d’ala puoi riprendere a volare. Questo fanno Chabela e Marisita. Questo fa anche lo scrittore mostrando fin dove può spingere (nella prova difficile per ogni scrittore delle scene di sesso) la propria immensa arte della narrazione. Sarà pure un’opera minore ma…..

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