Sui muri della città che sono simboli di separazione se non segregazione, sulle cancellate, sulle lamiere dei troppi cantieri interminabili: racconti come pagine di un libro.
O poesie. O brani. O frasi. O storie.
Non è una novità.
I ragazzi si parlano con gli spray: “per Lucy della V E che è mitica”… “per Terry che è semplicemente splendida”…da parte di “Ai” che – segue il disegno di un cuore rosso come un pomodoro – “iu”…
E poi disseminati nella città tanti “riforminenti di racconti” come gli acquaioli di un tempo: soste dove le persone prelevano i piccoli libri, li leggono seduti nel parco e poi li depositano in un altro punto di riferimento.
Bella questa città dove la gente legge, si incrocia e parla delle emozioni provate. Bella questa città sorvolata dalle sue stesse parole.