Sulla mia scrivania c’è sempre un libro di poesia. Charles Simic stava lì da molto tempo. Oggi il suo posto lo prende un libro dalla copertina bianca. Le Qualità di Biagio Cepollaro per La Camera Verde, Roma. Mercoledi Biagio e Giusi Drago [Il tempo negoziato, La camera verde, Roma] hanno presentato i propri libri al “filo di Partenope” a Napoli. Uno spazio che ho progettato io. E Biagio è amico di Lina Marigliano e Alberto D’Angelo che in questa libreria ospitano eventi e propongono i loro preziosissimi libri di artista. Ed è forse anche amico mio. Le poesie di Giusi sono molto belle ma ora parlo del libro di Biagio. Ci siamo visti solo una volta a Milano ed è stato un vero incontro. L’occasione era la presentazione del mio “Alberi” e mi resta impresso l’intervento dal pubblico di Biagio così aderente da risultare per me una specie di chiarimento alle mie intenzioni. Io fotografo gli spazi che progetto sempre nudi. Senza persone. E senza oggetti. L’altra sera lo spazio era occupato da un piccolo uomo e dalle sue parole di poesia. Come un ospite che si gonfia e con gentilezza riempie i vuoti. Gli angoli. Le scale e i sottoscala. Era il senso del luogo. Anzi, il corpo del luogo. Le poesie di questa raccolta cominciano tutte con: il corpo….. [tranne il prologo e forse due poesie dove la parola corpo è al secondo o terzo posto nel verso]. Con l’articolo minuscolo. In verità non c’è mai una maiuscola. Neanche dopo i punti. Questa è la struttura. Poi la poesia si dispiega come un lungo viaggio che il corpo accompagnato dal suo proprietario intraprende nella vita. Nella consunzione. Nell’amore. Nel desiderio. E nella sua assenza. Nelle attese. Nelle parole. E del viaggio il corpo conserva i segni. Sulla pelle. Come un pianeta ricoperto di elementi viventi. Mari. Montagne. Ma anche screpolature. Come certe distese di sale. Ferite. O di nuovi viaggi sente il bisogno. Nuove scritture sul foglio che il corpo è. Il corpo scopre. Il corpo suda. Il corpo si scuote. Il corpo oscilla. La poesia impedisce al corpo di farsi trascinare negli ingranaggi della realtà. Fino a che capisci che le cose stanno diversamente. Il corpo crea la realtà. Non ne esiste altra se non creatura [o proiezione, ma è lo stesso] di quel corpo pulsante. La poesia trasforma ogni azione [quotidiana] in una occasione. In creazione. In conoscenza.
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