Tre libri che non mi sono piaciuti.
Numero zero di Umberto Eco. Può capitare anche a un gigante di scrivere un brutto libro. Soprattutto per la storia. Insignificante. Prevedibile. Troppo costruita come metafora di un teorema da dimostrare. Così come i personaggi che sono disegnati come stereotipi di certe categorie del malaffare che ci circonda. La realtà in questo caso ha più forza della scrittura.
Sottomissione di Michel Houellebecq. Quasi per gli stessi motivi. Una specie di didascalica dimostrazione. Devo dire che questa lettura suscita una serie di domande sull’Islam. Ho fatto qualche approfondimento. Cercato di capire di più. C’è un rapporto da costruire. Ma è un po’ poco per farsi piacere un libro.
In un amore felice di Guido Ceronetti. Tanto che viene da dire che i poeti devono fare i poeti (non è sempre vero, c’è Pasolini ad esempio). Grande titolo. Bella la copertina con un disegno di Ceronetti. Belle anche certe pagine dove la poesia emerge e allontana la consueta inevitabile infelicità della coppia umana (per quanto squilibrata nell’età). Però la storia è scombinata. Per certi versi grottesca. Datata intorno ad una stagione di interesse per gli ufo. Ma Guido Ceronetti è un grande poeta.
Torno agli americani.