Carolina è mia amica. Come altri di cui ho scritto qui (Biagio Cepollaro, Luigi Spina, Giacomo Sartori…). Me lo posso permettere. Non sono un critico letterario né questo mio blog supera i dieci lettori. Quindi sono nelle condizioni migliori. Parlo dei libri che leggo (molti) e che mi emozionano. E condividendo costruisco la mia personalissima rete di vicinanze oltre la dimensione geografica. Il mio qui più vero. Molto ben frequentato devo dire.
Carolina Cigala ha il coraggio oggi di scrivere poesie. E ha avuto il coraggio di pubblicarle. Con un altro coraggioso, Tullio Pironti editore napoletano che dal suo centro di Piazza Dante si collega con gli uomini del mondo. Perché gli uomini e i loro sentimenti gli interessano.
Mi sembra che Respiri sia il tentativo di scrivere un’unica continua poesia. La poesia della propria esistenza. Oh certo, non per superare gli eventi. Ma come fanno i poeti per trasformarne il senso. Il dolore. La memoria. Il desiderio struggente dell’inespresso. L’amore. L’inquietudine. La solitudine. Gli strappi. Il campionario della vita diventa immagine (lirica) e si sposta di piano. Più in alto. Come portato in volo. Dove il coinvolgimento si fa distacco e lo sguardo si illimpidisce. E allora ce la fai a stare difronte alla trama di ogni cosa. E se stai lì senza tremare finisce che di ogni cosa, anche la più stridente, ne ascolti il respiro. Ci puoi mettere un minuto o una vita intera, non importa. Ti sta dicendo che è un’occasione.
Carolina usa le parole come fossero mattoncini ‘romani’…maneggevoli e leggeri, ideali per dare forma alla struttura dei sentimenti.