then & now

 

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Nel 1988 ho progettato il Piano del Colore della città di Santa Maria C.V.
Quasi trenta anni dopo sto facendo lo stesso progetto. Mi è sembrata un’occasione per riflettere sulle trasformazioni. C’è una copertina di Domus [n°884, settembre 2005] dedicata a Ed Ruscha. L’artista americano fotografa in sequenza le facciate di Hollywood Boulevard. È il 1973. Lo fa dal cassone del suo pick-up Datsun. Poi mette le foto in un cassetto. Dopo trentuno anni ripete l’operazione. E mette le due sequenza a confronto. Chiama l’operazione Then & Now.

 
Più o meno ho fatto la stessa cosa sull’arteria principale della città. Le trasformazioni registrate sono tutto sommato fisiologiche. Ad altezza d’uomo più evidenti, negozi vetrine accessi. Quelle più radicali le ho registrate al di qua più che lì fuori. E mi interessano di più. A parte l’età e i capelli bianchi.

 
Innanzitutto gli strumenti. Nell’88 abbiamo disegnato con i pennini e il tecnigrafo. Oggi con strumenti fotografici evoluti e computer. Poi l’atteggiamento. Andare avanti e indietro nel tempo significa allungare un filo con una lunga serie di nodi. Sono gli avvenimenti. Tutto quello che ti cambia pezzo per pezzo. Tutto quello che sposta il tuo sguardo più in là. Le cose [la città] non ne sanno niente. Ma sei tu che guardi in un altro modo. Fino a farne uno specchio e le trasformazioni che registri sono omologhe alle tue traiettorie. In fondo andare avanti e indietro è una specie di omaggio. Nell’88 feci fare una cartella colore su un muro della città. Dopo tanti anni è come un vecchio quaderno dove la città [e la gente] ha annotato di volta in volta il racconto del proprio trascorrere. Come graffi sulla pelle. Sapendo che ci sono pezzi che si consumano e altre che nascono.

 
L’ancoraggio con il lavoro fa dell’operazione un atto neutrale. Immune da pericoli di nostalgia verso un glamour perduto. Che poi non si sa se sia davvero mai esistito. Ovunque.

 

colore SMCV                      fotografia di Luigi Spina

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